1961 CAP53 / La storia
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I vasi CAP53, del 1962, sono un altro esempio lampante dell'atteggiamento di Angelo Mangiarotti nei confronti dei materiali e dei processi produttivi. Con questo progetto, convinto dalle caratteristiche meccaniche e dall'elevata resistenza alla corrosione del materiale, il Maestro compie l'ennesima incursione nella lavorazione dei metalli.
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La forma dei vasi è generata da un semplice principio geometrico dove due cerchi di diverso diametro si incontrano a distanze differenti dando luogo ad una sezione che, una volta tornita, può generare un vasto numero di oggetti tridimensionali differenti.
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Mentre questa famiglia di vasi utilizza lo stesso metodo di produzione a cera persa del tavolo SK207, c'è letteralmente una "torsione". Le parti interne e i bordi più esterni di questi oggetti in bronzo fuso sono lavorati, ottenendo una trama e una lucentezza sorprendentemente diverse. Materiale, processo e geometria ancora una volta lavorano insieme per creare oggetti davvero unici. Fusione e lucidatura celebrano il colore, la brillantezza e la consistenza del materiale in un articolato vocabolario di forme semplici ma sensuali, frutto di intuizione e sperimentazione.
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