Agapecasa



I vasi CAP53, del 1962, sono un altro esempio lampante dell'atteggiamento di Angelo Mangiarotti nei confronti dei materiali e dei processi produttivi. Con questo progetto, convinto dalle caratteristiche meccaniche e dall'elevata resistenza alla corrosione del materiale, il Maestro compie l'ennesima incursione nella lavorazione dei metalli.




La forma dei vasi è generata da un semplice principio geometrico dove due cerchi di diverso diametro si incontrano a distanze differenti dando luogo ad una sezione che, una volta tornita, può generare un vasto numero di oggetti tridimensionali differenti.




Mentre questa famiglia di vasi utilizza lo stesso metodo di produzione a cera persa del tavolo SK207, c'è letteralmente una "torsione". Le parti interne e i bordi più esterni di questi oggetti in bronzo fuso sono lavorati, ottenendo una trama e una lucentezza sorprendentemente diverse. Materiale, processo e geometria ancora una volta lavorano insieme per creare oggetti davvero unici. Fusione e lucidatura celebrano il colore, la brillantezza e la consistenza del materiale in un articolato vocabolario di forme semplici ma sensuali, frutto di intuizione e sperimentazione.