Agapecasa



Siamo ancora intorno alla fine degli anni '50 e abbiamo già visto Mangiarotti lavorare su elementi architettonici prefabbricati in calcestruzzo precompresso, giunti a gravità nella falegnameria di precisione e sistemi di prodotto in compensato curvato. Spinto da curiosità e passione, esplorando senza sosta tecniche e materiali diversi, nel 1959 Mangiarotti fa la sua incursione nella lavorazione dei metalli con il tavolo SK207.




Per SK207 sceglie una tecnologia di fabbricazione alquanto insolita: l'antica tecnica della fusione a cera persa, solitamente impiegata per la produzione di sculture. Questa tecnica artigianale rende ogni oggetto unico in netto contrasto con la saggezza convenzionale che vede la tavola come un oggetto di produzione di massa.




Il processo è lungo e macchinoso e prevede un gran numero di passaggi diversi. Oggi la produzione avviene (è un vero avvenimento) vicino a Verona, in un distretto specializzato in questa tecnologia, largamente utilizzata dagli artisti in passato.




Tutto questo mentre Mangiarotti è ulteriormente al lavoro su componenti architettonici prodotti in serie spingendo ancora oltre alcuni dei concetti alla base della Chiesa Mater Misericordiae di Baranzate ed unendo ulteriormente struttura e copertura in un unico elemento prefabbricato. Questo sviluppo è stato reso possibile anche dalle modifiche alla normativa italiana sui trasporti che ha consentito il trasporto su strada di componenti fuori misura. Così come materia e gravità, per Mangiarotti le regole diventano un ulteriore ingrediente del processo progettuale.




Per Mangiarotti la forma va oltre la semplice funzione: forma, struttura e funzione diventano davvero inseparabili. Solo due anni dopo la Chiesa di Baranzate e il progetto di Club 44, attraverso una straordinaria semplicità e un'incredibile economia, il Maestro eleva l'architettura industriale a livelli simili a templi.