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More è l'ultimo episodio, concettualmente e strutturalmente più evoluto della storia del tavolo “moderno”, riscritto dal maestro designer Angelo Mangiarotti con i suoi tavoli “Eros”, “Incas”, “Asolo” e, ora, “More” in vent'anni di sperimentazione. More è dunque la più “estrema iterazione” della ricerca di Mangiarotti sulle articolazioni.




I materiali cambiano di nuovo. Mentre il piano utilizza ancora la pietra, le gambe in questo caso sono progettate per essere realizzate in acciaio per consentire l'eliminazione di ogni parte strutturalmente non necessaria delle gambe trapezoidali di Asolo. All'estremità superiore, nel punto di contatto con il piano, la sezione della gamba diventa un tronco di cono che si incastra nel piano, riprendendo sostanzialmente l'idea del “giunto a gravità” sperimentata con il tavolo Eros. L'inclinazione della gamba, invece, che aumenta la stabilità del tavolo, determina un foro la cui superficie superiore diventa una forma ellittica che aiuta a bloccare ulteriormente la gamba in quel punto, impedendole di ruotare come la peculiare conformazione dell'occhiello mentre la parte finale della gamba consente una sola posizione possibile per la gamba stessa.




La soluzione originale prevedeva l'utilizzo dei soli piani in marmo. Nell'ultima versione del progetto, per garantire stabilità e per consentire l'utilizzo di piani in legno, è stato modificato il giunto stesso in accordo con lo Studio Mangiarotti ed è stata adottata una soluzione di fissaggio meccanico in acciaio che si adatta ad entrambi i materiali.